Sono prontissimo a passare da idiota, ma nelle discussioni sulle riforme costituzionali e istituzionali che incartano da anni partiti, esperti e Parlamento inserirei un elemento completamento diverso.
Perché non pensare a cariche collettive? Per esempio, a una presidenza della Repubblica eletta a suffragio universale diretto – con una sola preferenza per elettor e- composta da tre persone, di cui almeno una di sesso diverso?
Lo so, sembra irrealistico, non si fa da nessuna parte al mondo, apparentemente. O ci sono i presidenti – con poteri completi, come quello statunitense, o simili, come quello francese, oppure in gran parte formali – o i re. Va bene.
Però,in Svizzera esiste il governo direttoriale, dove il presidente non ha davvero alcun potere, fa parte del Consiglio e dura in carico un solo anno (segnalo peraltro che nel paese conservatore alpino per la prima volta il presidente è una donna).
Mi direte che la Svizzera è una confederazione di più cantoni. D’accordo.
Però le eccezioni esistono sempre. In alcuni paesi esiste ad esempio un parlamento composto da una sola camera. In un paese, l’Islanda, recentemente sono stati estratti a sorte i cittadini incaricati di redigere la nuova Costituzione. Eccetera eccetera eccetera.
Il vantaggio di eleggere una presidenza del genere, plurale, sarebbe quello di garantire una maggiore condivisione nelle scelte, consentendo al tempo stesso il voto diretto dei cittadini senza il plebiscitarismo e l’ eccessiva personalizzazione dell’incarico.
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